• Media type: E-Book
  • Title: Report on Financial Investments of Italian Households. Focus Investors - 2022 Survey (Rapporto 2022 sulle scelte di investimento delle famiglie italiane - Focus investitori)
  • Contributor: Linciano, Nadia [VerfasserIn]; Caivano, Valeria [VerfasserIn]; Costa, Daniela [VerfasserIn]; Gentile, Monica [VerfasserIn]; Soccorso, Paola [VerfasserIn]
  • imprint: [S.l.]: SSRN, 2023
  • Extent: 1 Online-Ressource (170 p)
  • Language: Italian
  • DOI: 10.2139/ssrn.4339316
  • Identifier:
  • Origination:
  • Footnote: Nach Informationen von SSRN wurde die ursprüngliche Fassung des Dokuments January 26, 2023 erstellt
  • Description: English abstract The 2022 Report on Italian household investment choices analyses financial knowledge, attitudes and behaviours of a sample of 1,436 individuals, 80% of whom are men, representative of the Italian investor population, and pays attention to the impact that current economic environment may have on individual financial choices. About 80% of respondents consider managing personal finances complex first and foremost because of economic uncertainty and rising inflation and low financial knowledge. Although growing slightly, financial knowledge is still not sufficiently widespread either with respect to basic concepts (e.g., diversification is understood by only 50% of respondents) or financial instruments (the share of correct answers to questions on current accounts, equities, bonds and mutual funds remains on average below 60%) nor with respect to the main dimensions of financial risk (the percentage of respondents who are familiar with the notions of credit, market and liquidity risks ranges between 20% and 49%). As for knowledge of inflation, 65% of the sample seems to understand its effects although there is a significant heterogeneity among age groups, areas of residence and income levels. The 2022 survey assessed for the first time the familiarity of Italian investors with digital knowledge and skills related to the safe use of the internet and knowledge of digital assets and investment services provided through online platforms. With reference to online trading, for example, 29% of subjects are unable to correctly identify the platform operator's obligations to the investor who intends to trade online. Nonetheless, the share of respondents trading crypto-currencies and trading online is growing steadily (from 2% in 2021 to 8% in 2022 and from 8% to 11%, over the same period respectively), as well as the interest that is associated with, among other things, the prospect of easy profits and the propensity to overestimate one's knowledge on this topic. Investors seem to be increasingly aware of the need to enhance their financial skills, since they are willing to learn more about the most important financial choices in 66% of cases (+10 percentage points compared to 2021), mainly with the support of intermediaries (34% of cases, down by 8 percentage points compared to 2021). In the opinion of investors, these latter should also be engaged in raising people's financial knowledge (32% of interviewees), in addition to public institutions (30%) and education (26%). Room for improvement also remains with respect to the attitude towards personal finance, which the 2022 Survey captures through the inclination to financial anxiety, perceived self-efficacy, and perceived difficulty with respect to long-term planning. The proportion of respondents who plan and set a household budget has decreased (12% of cases compared to 16% in the previous year) indeed, while the proportion of investors who save occasionally has increased (44% compared to 37% in 2021). A slight worsening is also detected with respect to the overall investment attitude, driven by the decrease in digital knowledge and the increase in reliance on informal advice, both of which refer to less-experienced investors. Investors seeking for financial advice are not always fully aware of the characteristics of the service. Nonetheless, investors receiving professional advice hold a more diversified portfolio compared to the remaining sample, which predominantly keep holding certificates of deposit and postal savings (50% of households), followed by mutual funds (29%) and Italian government bonds (18%). In addition, investors relying on a financial advisor more frequently hold sustainable investments, which overall is reported by only 11% of respondents (17% in the subsample of the advisees). Such figure reflects the low knowledge of the basic notions of sustainable finance. Nonetheless interest in this type of investments is widespread: 57% of respondents are willing to invest more in sustainable products within two years (74% among interested and 93% among those who already own them). Lack of knowledge is perceived as the biggest deterrent to sustainable investing, followed by the perception of high risks, low financial performance, lack of useful and clear information, and fear of greenwashing. The last Section of the Report is a focus on gender differences, based on a sample extended to women in the household that share financial choices with the householder (2,085 interviewees). Certain behavioural traits are more frequent in the female sub-sample, such as risk aversion, loss aversion, and a tendency to underestimate their knowledge and skills (underconfidence). Women also know less about financial products, sustainability and digitalised investment services. Finally, they more frequently demand for financial advice while showing less interest in digital finance.Italian Abstract: Il Rapporto 2022 sulle scelte di investimento delle famiglie italiane analizza conoscenze, attitudini e comportamenti di un campione di 1.436 individui, di cui l’80% uomini, rappresentativi della popolazione degli investitori italiani e approfondisce alcuni aspetti legati ai riflessi che le dinamiche congiunturali in atto possono avere sulle scelte finanziarie individuali. L’80% degli intervistati ritiene complessa la gestione delle finanze personali anzitutto a causa del contesto incerto, della crescita dei prezzi e della bassa cultura finanziaria. Sebbene in lieve crescita, le conoscenze finanziarie non sono ancora sufficientemente diffuse né rispetto ai concetti di base (ad esempio, la nozione di diversificazione degli investimenti è compresa solo dal 50% degli intervistati) né rispetto agli strumenti finanziari (la quota di risposte corrette a domande su conto corrente, azioni, obbligazioni e fondi comuni di investimento rimane al di sotto del 60%) né rispetto alle dimensioni del rischio finanziario (in particolare, la percentuale di intervistati che ha familiarità con le nozioni di rischio di credito, di mercato e di liquidità oscilla tra il 20% e il 49%). Un punto di attenzione è la conoscenza del concetto di inflazione: sembra comprenderne gli effetti il 65% del campione (anche se emergono divari significativi tra fasce di età, aree di residenza e fasce di reddito). L’indagine 2022 ha altresì valutato per la prima volta la familiarità degli investitori italiani rispetto a conoscenze e competenze digitali relative all’utilizzo sicuro della rete e conoscenze di attività digitali e servizi di investimento resi attraverso piattaforme online rilevando, ad esempio, con riferimento al trading online che il 29% dei soggetti non è in grado di identificare correttamente gli obblighi del gestore della piattaforma nei confronti dell’investitore che intenda operare online. Ciononostante, la quota di intervistati che accedono alla rete per scambiare cripto-valute e negoziare online appare in crescita (rispettivamente dal 2% all’8% e dall’8% all’11%), così come l’interesse potenziale, che si associa, tra le altre cose, alla prospettiva di guadagni facili e alla propensione a sopravvalutare le proprie conoscenze in materia. Gli investitori sembrano sempre più consapevoli della necessità di innalzare le proprie conoscenze e competenze, visto che nel 66% dei casi (+10 punti percentuali rispetto al 2021) si dichiarano disposti ad approfondire temi utili per le scelte finanziarie più importanti. A tal fine, il riferimento indicato più di frequente sono gli intermediari (34% dei casi, in calo di 8 punti percentuali rispetto al 2021), che il 32% dei rispondenti ritiene dovrebbero adoperarsi anche per accrescere le conoscenze finanziarie dei cittadini, oltre alle istituzioni pubbliche (segnalate nel 30% dei casi) e alla scuola (26%). Margini di miglioramento permangono anche rispetto all’attitudine verso i temi legati alla finanza personale, che l’Indagine 2022 coglie rilevando l’inclinazione all’ansia finanziaria, la percezione di auto-efficacia e la difficoltà avvertita rispetto alla pianificazione di lungo periodo. È diminuita infatti la percentuale di intervistati che pianificano e definiscono un bilancio familiare (12% dei casi a fronte del 16% nell’anno precedente), mentre è aumentata la quota di investitori che risparmiano in modo occasionale (44% a fronte di 37% nel 2021)

    Peggiora lievemente anche l’attitudine complessiva all’investimento in ragione della diminuzione delle conoscenze digitali e dell’aumento del ricorso alla consulenza informale, entrambi riferibili agli investitori con minore esperienza di investimento. Gli investitori che si avvalgono dei consigli di un professionista non sempre mostrano piena consapevolezza delle caratteristiche del servizio sebbene gli individui assistiti da un professionista detengono un portafoglio più diversificato rispetto alla parte restante del campione, per il quale le attività più diffuse rimangono i certificati di deposito e i buoni fruttiferi postali (50% delle famiglie), seguiti dai fondi comuni (29%) e titoli di Stato italiani (18%). La domanda di consulenza si associa anche a un maggior possesso di investimenti sostenibili, che nel complesso è riferibile solo all’11% degli intervistati (17% nel sotto-campione degli investitori assistiti da un professionista). Il dato si associa a una conoscenza molto bassa delle nozioni di base in materia di finanza sostenibile e a un interesse diffuso, che in prospettiva potrebbe tradursi in un aumento significativo di tali investimenti: nel giro di due anni, infatti, si dichiara propenso a investire di più in prodotti sostenibili il 57% degli intervistati (74% tra gli interessati e 93% tra coloro che già li posseggono). Proprio la mancanza di conoscenze è il maggiore deterrente a scegliere investimenti sostenibili, seguito dalla percezione di rischi elevati, performance finanziarie basse, mancanza di informazioni utili e chiare e il timore del greenwashing. Il Rapporto si conclude con un approfondimento sulle differenze di genere basato su un campione esteso che include anche le donne del nucleo famigliare co-decisori finanziari (2.085 individui). Taluni tratti comportamentali sono più frequenti nel sotto-campione femminile, quali l’avversione al rischio, l’avversione alle perdite e la tendenza a sottostimare le proprie conoscenze e competenze (underconfidence). Le donne si connotano anche per minori conoscenze in materia di prodotti finanziari, sostenibilità e servizi di investimento digitalizzati. Nelle scelte di investimento, infine, esse ricorrono più di frequente al supporto del consulente e mostrano un interesse meno diffuso verso la finanza digitalizzata
  • Access State: Open Access