• Media type: E-Article
  • Title: Encadré : Néotectonique et contrôle lithostructural sur les formes de la moyenne et haute Vallée de Suse
  • Contributor: Giardino, Marco [Author]; Fioraso, Gian Franco [Author]
  • Published in: Collection EDYTEM. Cahiers de géographie ; Vol. 3, n° 1, pp. 186-189
  • Language: French
  • DOI: 10.3406/edyte.2005.953
  • ISSN: 1762-4304
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  • Keywords: article
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  • Description: La parte conclusiva dell'escursione prende in esame la Valle di Susa, un sistema di drenaggio vallivo molto artico-lato e complesso. Nel solco principale délia valle, che présenta un decorso arcuato con direzione media circa E-W, confluiscono tre rami secondari : la Dora di Bardonecchia, a sua volta alimentata nel tratto iniziale dalla Valle Stretta e dalla Valle di Rochemolles, la Dora di Cesana, con le due tributarie di destra Valle di Thuràs e Valle Ripa, e la Val Cenischia. In base all'articolazione planimetrica e all'evoluzione geomorfologica, la Valle di Susa viene suddivisa in tre segmenti : 1) l'alta Valle, dall'attuale spartiacque alpino alla Piana di Oulx-Salbertrand (1.000 m) ; 2) la media Valle, tra la piana di Oulx-Salbertrand, fino alla soglia di Susa (500 m) ; 3) la bassa Valle, dalla soglia di Susa alio sbocco nell'alta pianura piemontese, sede dell'anfiteatro morenico di Rivoli-Avigliana. Le osservazioni in itinere lungo la bassa e la media valle di Susa introducono i problemi dell'evoluzione geomorfologica a lungo termine del rilevo alpino. Secondo la letteratura, un esteso settore della testata délia Valle di Susa originariamente apparteneva al versante occidentale délia catena alpina ed è venuto a far parte di quello orientale a seguito délia sistematica migrazione dello spartiacque principale dall'interno verso l'esterno [Staub, 1934]. La parte bassa della valle nel Pliocene era ancora invasa dal mare [Sacco, 1888]. In seguito si è verificata la deposizione di una potente successione di depositi di ambiente da palustre-costiero a fluviale (faciès «villafranchiana») . I ghiacciai quaternari del settore centrale delle Alpi Occidentali hanno cominciato la loro evoluzione a partire dalla superficie di accumulo délia successione stratigrafica sopra descritta : il loro progressivo approfondimento erosionale ha portato alla riescavazione dell'incisione valliva in maniera grossomodo coassiale rispetto a quella precedente. Gli stop dell'escursione nella media valle di Susa (Chiomonte, Exilles ) mettono in luce alcune delle tracce del glacialismo, sotto forma di forme di erosione (dossi montonati, terrazzi glaciali) e nei depositi localmente ben conservati, presenti su entrambi i fianchi della valle. I recenti studi sulle formazioni superficiali effettuati nell'area per il Progetto CARG (nuova Carta Geologica d'Italia alla scala 1 :50.000, Fogli 154 Susa e 153 Bardonecchia) [Carraro et al., 2003 ; Polino et al., 2002] hanno mostrato che, almeno nelle ultime fasi, l'alimentazione del ghiacciaio della Valle di Susa è avvenuta da due bacini principali (Bacino del Cenischia e Bacino délia Dora Riparia) con storia e caratteristiche ben distinguibili ed attribuibili ad almeno due fasi maggiori, ben distinte. Le osservazioni nella Media valle di Susa si concentrano anche sull'evoluzione post-glaciale della valle, mettendo in evidenza : le forme di erosione a spese dei depositi glaciali (es. calanchi délia Val Clarea) o a spese del substrato (es. profonda incisione délia Dora Riparia) ; gli effetti della dinamica gravitativa dei versanti (fenomeni di crollo de La Maddalena, crollo-scivolamento del Cassas e conseguenti colate deritiche, fluidificazioni e colate a spese délia copertura detritico colluviale nel settore di Exilles). Una specifica fermata viene dedicata al fenomeno gravitativo di Serre La Voûte, che intéressa un settore di oltre 2,5 km2 e, in associazione alla frana di Testa del Mottas ha determinate lo sbarramento della Valle di Susa e la formazione di in bacino lacustre nella piana di Salbertrand-Oulx. L'analisi di questi grandi fenomeni franosi non puà prescindere dal considerare i condizionamenti "statici" alla stabilité dei versanti offerti dall'assetto lito-strutturale e da quelli "dinamici", rappresentati in loco, oltre che dal modellamento esogeno, anche dall'attività neotettonica di una importante zona di taglio a scala régionale, la Susa-Chisone Shear Zone. I caratteri geometrici e cinematici di quest'ultima risultano concordanti con una serie di evidenze deformative superficiali (scarpate, trincee, anomalie del reticolo idrografico,...) e lasciano supporre l'esistenza di un settore di ampiezza chilometrica allineato in direzione N60E in cui si realizza una forte interazione fra geodinamica e morfogenesi del rilievo alpino occidentale.
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