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Medientyp:
E-Artikel
Titel:
La guerra e la giustizia : Brunetto Latini e l'esclusione politica
Beteiligte:
Milani, Giuliano
Erschienen:
PERSEE Program, 2013
Erschienen in:
Arzanà, 16 (2013) 1, Seite 37-51
Sprache:
Französisch
DOI:
10.3406/arzan.2013.1025
ISSN:
1243-3616
Entstehung:
Anmerkungen:
Beschreibung:
Puntando a colmare la distanza tra studi letterari e storici, l'autore di questo contributo propone una rilettura dell'itinerario politico di Brunetto Latini a partire dai testi in cui l'autore fiorentino riflette sui bandi subiti da lui stesso e dai suoi amici e nemici politici. In questi testi egli dimostra un atteggiamento che cambia nei differenti contesti, pur mantenendosi all'interno di un quadro ideologico "popolare". Se all'epoca dell'esecuzione di Tesauro Beccaria (1258) Brunetto Latini è assertore di un'ideologia che vede il Comune come autorità super partes che fonda la propria giustizia proprio su questa superiore equidistanza, due anni dopo, quando è egli stesso a subire probabilmente il bando dal nuovo regime ghibellino, l'esclusione viene letta come un vero e proprio atto di guerra. Questa posizione lo allinea al fuoriuscitismo Guelfo, come mostrano la dedica della Rettorica e alcuni passaggi del Trésor, e gli permette di occupare, in seguito, una posizione di rilievo dopo il rientro in città. Il pensiero di Brunetto Latini sembra ulteriormente modificarsi quando si precisa il progetto di Gregorio X che punta ad arginare il fronte guelfo : se è vera l'ipotesi di Maffia Scariati di datazione del Tesoretto proprio a questi anni, Brunetto ritorna a un progetto ideologico "popolare", in forza del quale egli mette in discussione anche l'entusiasmo giustizialista del 1258, auspicando che Carlo d'Angiò diventi il rettore di una Firenze finalmente pacificata. Il perseguimento di quel progetto politico, per quanto interrotto da momenti di crisi, era destinato a tenere insieme la repubblica per almeno un altro secolo.